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Comitato D-477 e UNARMI: la storia
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UNARMI nasce nell'aprile del 2015 durante la conversione in legge del decreto "antiterrorismo" (D.L. 7/2015) tramite il quale, senza alcuna motivazione concreta, venivano introdotte pesanti restrizioni ai danni dei detentori di armi italiani. Si costituì formalmente come comitato nel mese di giugno, con la denominazione "Comitato Direttiva 477" in quanto i fondatori vedevano nella direttiva europea 91/477/CE il modello cui fare riferimento per ottenere in Italia una normativa più giusta ed efficiente in materia di armi.
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Fin da subito l'azione del Comitato è stata diretta all'unificazione del comparto, estremamente frazionato, alla tutela dell'immagine dei detentori legali di armi ed alla sensibilizzazione del mondo politico e dell'amministrazione riguardo i numerosi problemi che affliggono gli armigeri italiani. E' stata la prima associazione di cittadini ad interloquire formalmente col Ministero dell'Interno ed è divenuta in pochi mesi l'Associazione più rappresentativa ed efficiente in rappresentanza dei detentori legali di armi italiani. Attualmente collabora con tutte le principali associazioni e federazioni del comparto, pur non rappresentando in alcun modo i produttori o commercianti né in generale soggetti diversi dai cittadini che detengono legalmente armi.
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L'Associazione è statutariamente apartitica ma non per questo apolitica: è infatti aperta al dialogo ed al confronto con qualsiasi forza politica o esponente che non trattino i nostri problemi con approccio esclusivamente ideologico.
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UNARMI rappresenta in Italia la confederazione Firearms United Network, con cui ha combattuto fin dal novembre 2015 una durissima battaglia per contrastare le proposte di modifica alla direttiva 91/477. Una parte minore delle modifiche proposte purtroppo sono state approvate tramite la direttiva 2017/853, entrata in vigore del giugno 2017, ma la maggior parte sono invece state faticosamente respinte.
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Dal luglio 2018 l'Associazione è periodicamente sotto attacco della stampa nazionale, dalla quale è stata impropriamente definita e identificata come come la "lobby delle armi italiana". La maggior "colpa" della nostra Associazione è quella di aver saputo ottenere un recepimento "leggero" della direttiva 853, tra i migliori se non il migliore d'Europa, e sotto diversi profili addirittura vantaggioso per i detentori di armi italiani.
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Nel gennaio 2019 l'Assemblea straordinaria degli associati, convocata in Roma, ha deliberato la trasformazione del comitato in associazione di promozione sociale (APS), l'adozione della nuova denominazione "Unione degli Armigeri Italiani APS" (espressa anche tramite l'evocativo acronimo "UNARMI") e l'adozione del nuovo Statuto, adeguandosi così pienamente alla riforma del Terzo Settore operata dal DLgs 117/2017 e dotandosi di una struttura interna più efficiente ed adeguata alle sempre maggiori dimensioni dell'Associazione.
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